Ho conosciuto Nicola Somenzi al Book Shop, una stravagante libreria/biblioteca comunitaria che esiste qui a Pipa già da più di dieci anni.
Quando sono arrivato, nel Book Shop non c'era altri che Nicola e così abbiamo cominciato a scambiare due chiacchere, prima in portoghese e poi, subito dopo aver riconosciuto l'origine comune, in italiano.
- Cintia non c'è?
- Non lo so... quando sono arrivato qui non c'era nessuno.
- Normale. Fra un pochino tornerà, vedrai.
_ Voglio lasciarle una copia del mio libro.
- Un libro tuo? Maddai...
E così ho scoperto che a Pipa ogni tanto viene anche un italiano interessante, insieme ad un mucchio di insignificanti turisti, e che esiste il Progetto Letterario Alga, un'ottima iniziativa editoriale di Alessandro Pradelli, che pubblica libri di giovani autori italiani ad un prezzo equo. Per stimolare la coscienza critica del lettore, il Progetto Alga propone di votare per uno dei cinque libri che vengono pubblicati ogni anno, usando l'interattività della Rete (www.projetoalga.it/vota).
Ho letto la prima volta "Quando Dio morì" di Nicola Somenzi in un paio d'ore, sdraiato nell'amaca in giardino, qualche giorno dopo il nostro incontro. Poi, come mi piace fare, l'ho riletto a "mozzichi e bocconi", come si dice a Roma, aprendo le pagine a caso o cercando un brano da capire meglio, ma anche per rileggere appena un passaggio particolarmente apprezzato.
Nel complesso il libro mi è piaciuto. Non sto qui a parlare della trama per non togliere il piacere a nessuno di scoprirla da solo.
Con certezza è stato piacevole poter esaminare la profondità psicologica di alcuni dei personaggi del libro: primo tra i quali, naturalmente, il protagonista, Luca, alter-ego dell'autore, che, improvvisamente, nel bel mezzo di una vita quotidiana contemporanea, vive una esperienza a dir poco fantastica, non sempre originale, ma con contaminazioni letterarie, cinematografiche e, addirittura, fumettistiche a me congeniali.
Anche la figura del prete, Don Anselmo, è stata molto ben delineata da Nicola, che ne ha fatto uno dei perni della storia, rappresentandolo nella sua più pura indole di sacerdote di un qualsivoglia culto religioso: prevaricatore, subdolo, sapiente amministratore del potere del quale dispone e unico dispensatore della parola del dio onnipotente, nel mondo reale, così come in quello fantastico.
Consiglio, a chi piace leggere, "Quando Dio morì": è un buon libro interessante. Un romanzo da leggere per poi riflettere.
Spero in breve di avere tra le mani un nuovo libro di Nicola Somenzi, trentenne parmigiano, che lavora tra il Medio Oriente e Milano, ma sogna l'America del Sud e Blade Runner; magari una raccolta di racconti, forse il mio genere letterario preferito.
Quando sono arrivato, nel Book Shop non c'era altri che Nicola e così abbiamo cominciato a scambiare due chiacchere, prima in portoghese e poi, subito dopo aver riconosciuto l'origine comune, in italiano.
- Cintia non c'è?
- Non lo so... quando sono arrivato qui non c'era nessuno.
- Normale. Fra un pochino tornerà, vedrai.
_ Voglio lasciarle una copia del mio libro.
- Un libro tuo? Maddai...
E così ho scoperto che a Pipa ogni tanto viene anche un italiano interessante, insieme ad un mucchio di insignificanti turisti, e che esiste il Progetto Letterario Alga, un'ottima iniziativa editoriale di Alessandro Pradelli, che pubblica libri di giovani autori italiani ad un prezzo equo. Per stimolare la coscienza critica del lettore, il Progetto Alga propone di votare per uno dei cinque libri che vengono pubblicati ogni anno, usando l'interattività della Rete (www.projetoalga.it/vota).
Ho letto la prima volta "Quando Dio morì" di Nicola Somenzi in un paio d'ore, sdraiato nell'amaca in giardino, qualche giorno dopo il nostro incontro. Poi, come mi piace fare, l'ho riletto a "mozzichi e bocconi", come si dice a Roma, aprendo le pagine a caso o cercando un brano da capire meglio, ma anche per rileggere appena un passaggio particolarmente apprezzato.
Nel complesso il libro mi è piaciuto. Non sto qui a parlare della trama per non togliere il piacere a nessuno di scoprirla da solo.
Con certezza è stato piacevole poter esaminare la profondità psicologica di alcuni dei personaggi del libro: primo tra i quali, naturalmente, il protagonista, Luca, alter-ego dell'autore, che, improvvisamente, nel bel mezzo di una vita quotidiana contemporanea, vive una esperienza a dir poco fantastica, non sempre originale, ma con contaminazioni letterarie, cinematografiche e, addirittura, fumettistiche a me congeniali.
Anche la figura del prete, Don Anselmo, è stata molto ben delineata da Nicola, che ne ha fatto uno dei perni della storia, rappresentandolo nella sua più pura indole di sacerdote di un qualsivoglia culto religioso: prevaricatore, subdolo, sapiente amministratore del potere del quale dispone e unico dispensatore della parola del dio onnipotente, nel mondo reale, così come in quello fantastico.
Consiglio, a chi piace leggere, "Quando Dio morì": è un buon libro interessante. Un romanzo da leggere per poi riflettere.
Spero in breve di avere tra le mani un nuovo libro di Nicola Somenzi, trentenne parmigiano, che lavora tra il Medio Oriente e Milano, ma sogna l'America del Sud e Blade Runner; magari una raccolta di racconti, forse il mio genere letterario preferito.